Bologna, mercoledì 5 febbraio 2025 – Sono passati tanti anni, questo è certo, ma a ripensarci oggi l’impressione è ancora notevolmente chiara e definita nella sua sensazionalità: nel 2002 la Francia ha vinto il Campionato del Mondo a Jerez de la Frontera schierando una squadra composta da quattro cavalieri in sella a quattro cavalli non solo francesi (cioè Selle Français) ma per di più stalloni… ! Esatto: tutti e quattro stalloni… nati, allevati, cresciuti e addestrati in Francia. E naturalmente tutti e quattro caratterizzati da una carriera di grandissimo successo sportivo culminata con la formidabile vittoria mondiale in Spagna.
Eric Navet su Dollar du Murier, Reynald Angot su Dollar de la Pierre, Gilles Bertran de Balanda su Crocus Graverie, Eric Levallois su Diamant de Semilly: ecco quella favolosa formazione, il cui risultato è stato poi ulteriormente impreziosito dalla medaglia d’argento di Eric Navet su Dollar du Murier, binomio che si è presentato alla finale con lo scambio dei cavalli (al tempo ancora prevista dal regolamento della gara) al primo posto della classifica individuale…
Tutti e quattro i cavalli componenti quella squadra hanno vinto in campo ostacoli. Tutti e quattro si sono fatti ammirare per doti atletiche e agonistiche davvero straordinarie. Tutti e quattro, infine, hanno prodotto un notevole numero di figli che si sono distinti ai massimi livelli internazionali. Ma da quest’ultimo punto di vista solo uno tra loro si è laureato migliore stallone del mondo secondo le graduatorie della World Breeding Federation for Sport Horses (stabilite tenendo conto dei risultati sportivi della discendenza di ciascun stallone): Diamant de Semilly… il quale dunque ha replicato anche in allevamento il grandioso successo mondiale conquistato da atleta in Spagna nel 2002 sotto la sella del suo unico e solo cavaliere di sempre, Eric Levallois. Anzi, per la precisione Diamant de Semilly quel successo l’ha replicato per ben tre volte: nel 2015, 2016 e 2023… In poche parole: un cavallo eccezionale, uno stallone eccezionale.
Diamant de Semilly nasce nel 1991 (la lettera D per lo studbook Selle Français contraddistingue infatti quell’anno) nell’allevamento della famiglia Levallois, uno dei più prestigiosi nomi tra quelli dei grandi allevatori della Normandia e quindi della Francia intera. Il padre di Diamant è Le Tot de Semilly, che per i Levallois è stato molto più di un semplice stallone: pur se ben conosciuti nel mondo dell’allevamento francese da generazioni, i Levallois hanno infatti compiuto un deciso salto di qualità proprio grazie a Le Tot de Semilly.
Louis Levallois è stalloniere e commerciante di cavalli tra le due guerre mondiali: naturalmente allora non si trattava di cavalli sportivi, bensì principalmente di soggetti da lavoro agricolo. Nel momento in cui l’allevamento del cavallo deve far fronte alla meccanizzazione che dilaga, Louis viene affiancato nella sua attività dal figlio Germain: «I cavalli agricoli partivano a vagonate verso il macello. Venivano conservati solo quelli dal modello più leggero per cominciare a produrre dei soggetti da caccia. Questa è stata la prima svolta verso la produzione del cavallo sportivo da sella», ricorda Germain.
Germain Levallois in breve tempo diventa uno dei migliori esperti di allevamento nella regione di Saint-Lô (nord della Francia). Per questo un giorno l’allevatore Jules Mesnildrey nell’intento di trovare una buona fattrice per il suo allevamento si rivolge a lui: e Levallois gli indica una puledrina di soli tre mesi ancora sotto la madre, Venue du Tot, una figlia di Juriste (Ultimate xx x Relleville) e di Relique (Laurier Thyme x Vidi), nata nel 1965. Mesnildrey l’acquista fidandosi del suggerimento di Levallois: la puledra cresce, diventa madre quattro volte, si dimostra una eccellente fattrice confermando una volta di più l’ottimo intuito di Germain Levallois.
Per la quinta monta di Venue du Tot, Mesnildrey sceglie lo stallone Grand Veneur (1972-1988, Amour du Bois x Le Mioche xx), stallone che oggi consideriamo come uno dei grandi padri ma che allora in Francia non era visto da tutti di buon occhio. Nasce così nel 1977 il sauro Le Tot de Semilly, mentre da altre due fattrici date a Grand Veneur vengono al mondo Le Gros du Tot e Le Plantero. Germain Levallois, costantemente alla ricerca di soggetti di qualità da innestare nel suo allevamento, segue ovviamente le vicende della ‘sua’ Venue du Tot e si dimostra quindi interessato al nuovo nato, ma Mesnildrey detta le condizioni: tutti e tre i puledri di Grand Veneur oppure nessuno… «Dunque li ho acquistati tutti», racconta Levallois, «anche se quello che mi piaceva particolarmente era Le Plantero: l’ho poi venduto agli Haras Nazionali… In effetti non so dire perché mi sono tenuto proprio Le Tot de Semilly: certo, mi piaceva, aveva molta personalità, questo sì».
Inizia così la storia di questa meravigliosa unione: quella tra i Levallois e Le Tot de Semilly. A quattro anni d’età il figlio di Grand Veneur viene montato dal secondogenito di Germain, Eric, e insieme i due costruiscono un curriculum favoloso a partire dalla medaglia d’oro a squadre nel Campionato d’Europa young rider 1984 di Cervia (4° individuale) fino alle più importanti e prestigiose gare internazionali seniores: «Appena lo si è visto in giro, tutti volevano acquistare Le Tot de Semilly: la federazione francese, gli americani… ma ho sempre resistito, non volevo mostrare ai miei ragazzi l’aspetto facile della vita, guadagnando un sacco di soldi con la vendita di un solo cavallo», racconta Germain Levallois. «È stata una scelta difficile, rischiosa, ma l’ho fatto soprattutto per i miei ragazzi. Per fortuna si è rivelata una decisione giusta: Le Tot ci ha regalato grandi gioie, oltre al fatto che in seguito le sue monte si sono dimostrate un’ottima fonte di guadagno».
Già le sue monte. Le Tot inizia relativamente tardi la carriera di stallone, non prima degli otto anni, ma è subito richiestissimo: fino a tutto il 1998 copre cento fattrici l’anno, cioè il massimo autorizzato dagli Haras Nationaux, ma quando il limite viene portato a 130 per i migliori trenta stalloni di Francia (cioè a partire dal 1999) ecco che arriva a 120. La qualità dei suoi figli è altissima, ma nel ruolo di stallone quello che più tra tutti si mette in evidenza è indiscutibilmente Diamant de Semilly.
Come detto, Diamant nasce nel 1991: la mamma è Venise des Cresles, nata nel 1987 da Elf III (figlio di Ibrahim, uno stallone che ha praticamente fondato il salto ostacoli francese… ) e da una figlia del purosangue Amarpour. Ben presto Diamant mette in evidenza tutte le sue migliori caratteristiche: fisico potente, forza straripante connessa a una notevole agilità, coraggio, serenità d’animo, grande equilibrio mentale… insomma, quanto di meglio si possa chiedere a un cavallo sportivo. Eric Levallois diventa il suo compagno di gara, quasi come in una naturale evoluzione personale: prima in sella a Le Tot de Semilly, poi in sella a suo figlio…
Ben presto il binomio Eric/Diamant arriva alla nazionale francese di salto ostacoli sull’onda di una serie di fenomenali prestazioni: è proprio in squadra che si esalta la qualità di un cavallo del genere, le cui caratteristiche di forza fisica e potenza atletica si dimostrano più funzionali alle grandi gare per l’appunto a squadre come i campionati o le Coppe delle Nazioni che non alle competizioni individuali (e tuttavia sette vittorie in GP internazionali in carriera). L’apice nel 2002: vittoria del Campionato di Francia, vittoria della Coppa delle Nazioni di Roma (e 3° in Gran Premio), ma soprattutto il trionfo mondiale di Jerez de la Frontera…
La forza fisica di Diamant de Semilly si è eloquentemente dimostrata anche nella malasorte: una serie di tremende coliche lo ha messo più volte a rischio di vita, ma lui ha sempre resistito anche nelle situazioni più gravi e dopo gli interventi chirurgici più pesanti. Come unica conseguenza di ciò l’aver gareggiato e vinto probabilmente meno di quello che gli sarebbe stato in realtà possibile, ma oggi più che i suoi risultati agonistici – pur magnifici – noi possiamo ammirare incondizionatamente la sua qualità di riproduttore: cosa che per l’appunto gli ha permesso di essere per ben tre volte lo stallone numero uno del mondo. Dice Eric Levallois: «Non ci sono parole abbastanza eloquenti per parlare di Diamant… È un cavallo eccezionale sotto ogni punto di vista. I diamanti sono eterni, e anche lui, a suo modo, resterà per sempre!». Sì, ha ragione Eric Levallois: Diamant de Semilly muore a 31 anni il 16 febbraio del 2022… ma proprio come dice il suo compagno e cavaliere resterà per sempre, come dimostrato dalla qualità e quantità della sua progenie, dalle classifiche dei migliori stalloni di ogni anno e… anche dalle parole che ora qui si stanno scrivendo!